Italia, parte la sperimentazione della rete 5G

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Cinque città per sperimentare la rete 5G: è questa l’ultima notizia che arriva sulla banda larga mobile nel nostro Paese, con il Mise che ha annunciato la selezione di cinque aree, appunto, per testare nei prossimi due anni i servizi di questa nuova metodologia tecnologica.

Cos’è la rete 5G. Con il nome 5G si identificano le reti mobile di quinta generazione: attenzione però a considerarle un semplice “upgrade” delle 4G che conosciamo oggi, perché le differenze sono davvero notevoli. Secondo la previsioni degli esperti del settore e in particolare delle società che operano a supporto delle imprese digitali, come www.gsite.ch, questa nuova tecnologia può davvero cambiare il modo di produrre da parte delle imprese, oltre che influire sulle modalità di vivere la quotidianità da parte dei cittadini.

Nuova generazione veloce. La velocità delle reti dovrebbe attestarsi intorno ai 20 Gigabit al secondo, e anche i tempi di latenza saranno ridotti al minimo, con previsioni che parlano di circa 4 millisecondi. È grazie a questi sviluppi che sarà possibile rendere pienamente operativa l’annunciata rivoluzione dell’IoT, ovvero la diffusione dell’Internet delle Cose a campi come sanità, energia, automotive oltre che ovviamente alla nascente Industry 4.0, con l’automazione industriale high tech portata al massimo livello.

Italia in ritardo sul 4G. La situazione attuale in Italia vede una diffusione abbastanza alta della rete 4G, che comunque non ha raggiunto l’intera totalità del nostro territorio: secondo l’ultimo report della Commissione europea, intitolato “Digital Scoreboard”, è l’86% delle abitazioni in media dello Stivale a risultare coperto da reti di telefonia mobile di ultima generazione.

L’offerta delle aziende. Piuttosto diversificata invece è la situazione sul versante delle offerte aziendali: se le principali compagnie di telefonia mobile hanno percentuali elevate di copertura, con la Vodafone che assicura la navigazione veloce al 97,2% della popolazione e la Tim che risponde con il 96%, meno diffusa è la rete Wind Tre, che a fine 2016 raggiungeva circa il 72% della popolazione. Tuttavia, dall’azienda fanno sapere che dagli inizi di quest’anno è partita una campagna per ampliare la dotazione e portare già entro il 2017 la quota all’88% della popolazione.

La sperimentazione per la rete 5G. Insomma, l’Italia è ancora indietro sul 4G, ma intanto si muove per cercare di non ripetere gli errori con la nuova generazione: va letta in questo senso la mossa del Ministero dello sviluppo economico che ha pubblicato un bando per incentivare la sperimentazione di questa tecnologia, concentrata come accennato in cinque diverse aree territoriali, da Nord a Sud. Per la precisione, a far da battistrada sono state scelte l’area metropolitana di Milano e le città di Prato (col suo distretto industriale), L’Aquila, Matera e Bari, che rispondono a una serie di criteri come distribuzione geografica, capillarità di connessione ultraveloce e disponibilità di frequenze nella banda 3.700-3.800 MHz.

Il bando del Mise. In parole povere, il Ministero mette a disposizione degli operatori interessati e dei protagonisti del mercato le frequenze per una sperimentazione biennale che sarà di tipo pre-commerciale e che comprende tra le altre cose anche la fornitura di infrastrutture; a partire dal 2020, ultimo anno di questa fase, sarà poi possibile fornire il servizio a un campione ristretto di utenti (fino all’1% della popolazione residente sull’area interessata), rispettando però una serie di vincoli e limitazioni richieste dal Ministero stesso per ricordare la natura sperimentale dell’operazione.

Recuperare il tempo perso. L’obiettivo, come detto, è cercare di recuperare il tempo perso e rispettare l’Action Plan per il 5G della Commissione Europea, che invitava tutti gli stati membro ad avviare la sperimentazione della rete veloce di nuova generazione entro il 2018. Il versante “pubblico” si è mosso sul filo di lana, e ora sta agli operatori del settore cercare di cogliere questa importante occasione di sviluppo per tutto il nostro Paese.

 


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