Cubot Manito: recensione di un ‘cinafonino’ altamente performante

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copertina-cubot-manitoA cura di Luca Del Giudice

Il mercato italiano degli smartphone è in larga parte dominato dal duopolio Samsung / Apple ed all’ombra di questi due marchi troviamo altri brand dotati comunque di grande appeal, come LG, Huawei, Sony ecc.
C’è però un mercato quasi completamente sconosciuto al bel paese, quello degli smartphone prodotti da aziende cinesi che, nella quasi totalità dei casi, non raggiungono mai i nostri lidi.
Le ragioni per cui detti smartphone sono stati etichettati con l’appellativo, diciamo poco affettuoso, di “cinafonini” vanno ricercate non solo nella loro provenienza ma anche in un passato recente costellato da smartphone dalla qualità generale non propriamente eccelsa.
La situazione, alle soglie del 2017, è però effettivamente ancora così? Sono ancora oggi degli smartphone qualitativamente al di sotto della sufficienza?
Scopriamolo con la recensione dello smartphone Manito dell’azienda cinese Cubot.

Specifiche tecniche Cubot Manito
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Design e materiali

Già ad una prima occhiata si capisce che il Cubot Manito non è affatto uno di quei “cinafonini” da dover nascondere nel cassetto, per evitare che gli occhi di amici e parenti ci cadano sopra.
Cubot adotta infatti per questo Manito linee molto pulite ed essenziali, che rendono il design di questo smartphone davvero gradevole all’occhio di chi lo osserva.
Le forme di questo smartphone Cubot vengono ulteriormente impreziosite dal frame anteriore in metallo, mentre sul retro troviamo una cover in plastica rigida che presenta una texture “a intreccio”, in grado di aumentare il grip dello smartphone quando lo teniamo in mano.
Unico neo nell’aspetto di questo Cubot è una piccola cornice nera che circonda lo schermo dello smartphone. La cosa si nota ovviamente con colorazioni chiare, come il bianco o l’oro, mentre con la colorazione nera (come vedete dalla copertina) il “problema” praticamente non sussiste.

Dimensioni e peso
Le dimensioni ed il peso di questo Manito rientrano nella media dei device dotati di schermo da 5 pollici.
Per farvi un esempio, le dimensioni di questo smartphone Cubot sono assolutamente paragonabili a quelle di un Samsung Galaxy J3, smartphone anch’esso provvisto di pannello da 5 pollici.

Schermo
Come detto in precedenza lo schermo di questo Manito è un unità da 5 pollici con tecnologia LCD IPS, dotato di vetro 2,5D.
Il vetro 2,5D dona al Cubot Manito un aspetto molto “stylish”, anche perchè non ci si aspetterebbe di trovare la peculiare caratteristica del vetro curvo ai lati (caratteristica che ha reso famosa la serie “Edge” di Samsung) su un device di questa fascia.
Oltre all’aspetto c’è però anche tanta sostanza nello schermo di questo Cubot, i colori restituiti da questo pannello sono infatti davvero bilanciati ed il tutto viene coadiuvato da angoli di visione molto buoni e dalla risoluzione HD (1280×720).
Volendo trovare il pelo nell’uovo, segnalo la leggera “pigrizia” del sensore di luminosità e una visibilità sotto al sole “solamente” discreta.

Processore e GPU
Il SoC che troviamo a bordo del Manito è un MT6737 della fin troppo sottovalutata MediaTek.
All’interno di questo SoC troviamo una CPU con architettura quad-core ARM Cortex-A53 con una frequenza di clock di 1,3 Ghz e pieno supporto ai 64-bit, ed una GPU ARM Mali-T720 MP2.
Per quantificare le capacità velocistiche di questo SoC MediaTek lo metterò a confronto con il SoC equipaggiato dal Samsung Galaxy J3.
La scelta ricade sul Galaxy J3 in quanto se il Manito fosse acquistabile tramite canali di vendita italiani, avrebbe quasi sicuramente un prezzo al pubblico decisamente simile a quello dello smartphone Samsung.
Detto questo passiamo ora a testare le capacità della CPU del SoC MediaTek MT6737:

grafico-prestazioni-cpu-mediatek-mt6737

Le prestazioni come vedete sono pressoché allineate con quanto offerto dal SoC Qualcomm Snapdragon 410 cloccato a 1,2 Ghz in dote al Galaxy J3.
Facendo una media dei punteggi ottenuti nel 3DMark e in Octane V2 dallo Snapdragon 410 e dall’MT6737, possiamo dire che la CPU del SoC Qualcomm offre prestazioni superiori alla controparte Mediatek solamente del +1,6%. Come detto sopra, prestazioni pressochè identiche.
Vediamo ora come si pone la Mali-T720 MP2, con core operante a 600 Mhz, nei confronti dell’Adreno 306 con core clock di 400 Mhz:

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Se dal punto di vista della CPU il SoC MT6737 e il SoC Snapdragon 410 sono pressoché alla pari, è invece sul fronte GPU che la soluzione MediaTek mostra qualche “muscolo” in più rispetto al rivale di casa Qualcomm.
In tutti i test la Mali-T720 MP2 è davanti all’Adreno 306, e con i punteggi ottenuti nei tre test 3DMark indica prestazioni medie superiori a quest’ultima del +21,45%. Davvero niente male.

Ram, Memoria interna e Batteria
In questo Cubot Manito, a sostegno del SoC MT6737, troviamo addirittura ben 3 gigabyte di ram. Parliamo di un quantitativo di ram decisamente elevato in senso assoluto ma che lo è ancora di più se si considera la fascia di mercato in cui si va ad inserire questo Cubot Manito. Con un quantitativo simile di ram potrete tenere più app aperte contemporaneamente senza incorrere, una volta che andrete a richiamare l’app, nel fastidioso “ricaricamento” dell’app stessa.
Anche per quanto riguarda la memoria interna non ci si può davvero lamentare, visto che il Manito è provvisto di ben 16 gigabyte. Nella fascia di mercato in cui si inserisce il Manito, ossia quella dello smartphone “entry-level”, ci sono ancora smartphone (e di produttori ben più noti di Cubot) equipaggiati con soli 8 gigabyte di memoria interna, quindi i 16 gigabyte del Manito rappresentano una ventata d’aria fresca all’interno di un segmento smartphone un pò “stagnante” e vero e proprio “ossigeno” per le vostre app.
Cubot però non si accontenta e va addirittura oltre, fornendo il Manito anche di uno slot MicroSD con la quale potrete espandere la memoria interna, utilizzando schede di memoria con una capienza massima di 128 gigabyte.
Altra nota di merito di questo Manito è la batteria da 2350 mAh che, anche grazie alla poca “voracità” energetica dei Cortex-A53 dell’MT6737, riesce a portarvi senza grossi sforzi fino a sera.

Reti supportate, Connettività e Sensori
Il Cubot Manito è uno smartphone Dual-SIM (potrete inserire una Micro-SIM e una Nano-SIM e lo switch da una SIM all’altra è davvero efficace) ed a differenza di altri smartphone di brand cinesi offre il pieno supporto alle reti LTE italiane.
Non manca ovviamente il supporto al Wi-Fi fino allo standard N, il GPS ed il Bluetooth 4.0 con A2DP. Segnalo inoltre sia la buona qualità della capsula auricolare che dello speaker (il che non guasta se usate spesso il vivavoce).
Per quanto riguarda i sensori troviamo quello della luminosità (a volte un pò “pigro”), l’accelerometro e quello di prossimità.

Fotocamera e video
Come già evidenziato in tabella il Manito è provvisto di una fotocamera frontale da 5 Megapixel e di una posteriore da 13 Megapixel.
Scatti di qualità sufficiente per la cam frontale che asseconderà senza troppi problemi le vostre aspirazioni “social”, decisamente migliori invece le foto scattate con la cam posteriore da 13 Megapixel.
Quest’ultima infatti in condizione di luce ottimale regala foto di buon livello che però, purtroppo, andranno a perdere di qualità man mano che le condizioni di scatto si faranno più difficoltose. Ciò significa che col calare del buio la qualità delle foto scemerà mostrando una certa “rumorosità” di fondo, ed in ciò non aiuta molto il flash LED in quanto non è propriamente un campione di potenza. Nel complesso però non ci si può davvero lamentare del reparto fotografico.
I video invece potrete girarli solamente con la camera principale (quella posteriore) e ad una risoluzione massima di 1280×720 (quindi in HD); la qualità è sufficiente ma manca la stabilizzazione e l’autofocus.

Conclusioni
Per concludere l’analisi del Cubot Manito è necessario tornare alla domanda di apertura dell’articolo: i “cinafonini” sono ancora oggi degli smartphone qualitativamente al di sotto della sufficienza?
Dopo aver saggiato le qualità del Manito di Cubot risponderei senza dubbio: “no”.
Probabilmente ci saranno ancora degli smartphone cinesi che rappresentano la classica “eccezione” alla regola ma sarebbe da persone “miopi” non accorgersi, ed ammettere, che la qualità generale degli smartphone dei produttori cinesi (almeno di quelli meno noti) sta migliorando in maniera esponenziale.
Questo Manito è un degno esponente, e “testimone”, di questa inversione di tendenza, lo smartphone di Cubot è infatti uno smartphone bello da vedere, dotato di ottimi materiali come il frame in metallo per la parte frontale e le cornici laterali, equipaggiato con un SoC di fascia media in grado di restituire prestazioni generali più che buone, fornito di una quantità di ram enorme, e uno spazio di archiviazione per le app inusuale (in positivo) per la maggior parte degli smartphone concorrenti di brand ben più famosi, senza dimenticare chicche come il vetro 2,5D.
Insomma pur presentando piccole pecche (come la cornice nera attorno allo schermo nelle colorazioni chiare dello smartphone o la “pigrizia” del sensore di luminosità), il Manito di Cubot resta un gran buon smartphone, ben costruito, sufficientemente prestante ed in grado di offrire a chi lo acquista chicche hardware e non, solitamente ad appannaggio di smartphone di fascia ben più alta.
In definitiva questo Manito, che è acquistabile solamente tramite shop cinesi, se fosse possibile acquistarlo tramite canali di vendita tutti italiani, penso sarebbe assolutamente in grado di impensierire smartphone ben più noti, come il Samsung Galaxy J3 preso a riferimento per la comparativa prestazionale. Ottimo lavoro Cubot.

1 commento su “Cubot Manito: recensione di un ‘cinafonino’ altamente performante”
  1. Vittorio ha detto:

    Ciao Daniele
    ottima recensione anche se manca il reparto gps.
    Ti vorrei chiedere poichè a questi prezzi (90-120 euro) ci sono tanti telefonini cinesi, cosa si potrebbe confrontare con questo Cubot Manito?

    grazie


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